In precedenza abbiamo parlato di Incipit, Svolgimento, e Finale di una storia. Abbiamo affrontato la costruzione dei personaggi. Probabilmente siamo pronti a scrivere la storia che abbiamo in mente, a mettere su carta l'idea che ci ha convinti a scrivere, ma di fronte a noi c'è un'impresa non semplice, dobbiamo confrontarci con un elemento ignoto e imprevedibile: Il lettore potenziale.
La domanda sorge quindi spontanea: Cosa si aspetta il lettore da noi?
L'unica risposta che possiamo dare a questa domanda è quella di non tradire le aspettative di chi legge, aspettative che per certi versi abbiamo costruito noi stessi al momento in cui il romanzo, o il racconto, viene presentato al pubblico. Solitamente un lettore ama essere coinvolto dalle vicende che legge, per cui la storia non deve essere banale, e i personaggi devono affrontare un percorso che sia costruttivo, avvincente, interessante.
I personaggi, come del resto noi tutti nella vita reale, devono affrontare degli ostacoli.
Qualunque sia la vicenda che state raccontando, ricordatevi che il percorso non deve essere semplice, lineare, immediato. Voi, in qualità di entità superiore, dovrete arrogarvi il diritto di complicare la vita dei vostri personaggi, di farli soffrire, di frenare le loro ambizioni, di costringerli a percorsi tortuosi pur di raggiungere la loro meta. Il vostro racconto dovrà rispecchiare la vita reale, dove la volontà di un singolo e sempre subordinata a fattori esterni imprevedibili e incontrollabili.
Per cui dovrete pensare a ostacoli credibili, difficili, ed eventualmente trovare il modo per far sì che il vostro personaggio riesca a superarli, o ad aggirarli.
Un esempio estremizzato di questo concetto lo potete trovare nel celebre romanzo d'esordio di Andy Weir (
n.d.r. L'uomo di Marte), dove a causa di un incidente fortuito, un astronauta rimane da solo sul suolo di Marte mentre il resto del suo equipaggio abbandona il pianeta sull'unica astronave disponibile. E' spacciato, per lo meno così sembra, perché è impossibile avere soccorsi in meno di tre anni, e le provviste non possono durare così a lungo.
Questa storia di per sé potrebbe essere raccontata in poche pagine, ma l'autore ha ipotizzato un personaggio intraprendente e capace di non scoraggiarsi, o - per lo meno - di non arrendersi all'evidenza. Per cui il romanzo affronta un problema alla volta. Prima aggiusta l'hub. Poi fa l'inventario di ciò che ha a disposizione. Quindi tenta la strada della coltivazione. E poi prova a comunicare con la Terra, eccetera eccetera eccetera.
In pratica il personaggio affronta un ostacolo alla volta.
Se il romanzo per certi versi risulta ripetitivo (n.d.r. Un continuo ciclo tra problemi e loro risoluzione), uno stile narrativo efficace e la curiosità di sapere cosa accadrà in seguito fa sì che la storia funzioni dalla prima all'ultima pagina.
Per quanto io ritenga che un processo troppo ripetitivo non sia un pregio per la trama, è evidente che nel caso de L'uomo di Marte abbia funzionato egregiamente, visto che ne hanno tratto anche
un film.
E' mio parere trovare il giusto equilibrio, frapporre situazioni problematiche a momenti più rilassati, senza trasformare la vicenda in una vera e propria corsa ad ostacoli.
Non è neppure vietato far sì che il personaggio non riesca proprio a saltarci fuori. A volte l'ostacolo può essere il punto di svolta, l'elemento che consente a un personaggio di cambiare binario e raggiungere la sua vera meta. Questa soluzione potrebbe sì confondere il lettore, ma anche sorprenderlo positivamente perché lo renderebbe incapace di anticipare le mosse, o prevedere il finale.
E' la strategia che ho usato in uno dei miei racconti,
In Catene, dove racconto le vicende di una ragazzina che cerca soldi facili, e che comincia a prostituirsi senza avere nessuno che la protegga. Se all'inizio della vicenda tutto sembra andarle per il meglio, poi compaiono ostacoli insormontabili, da clienti violenti, a poliziotti corrotti, fino a un crollo totale di ogni suo punto di riferimento. E' toccando il fondo che la ragazza troverà poi modo di ricostruire la sua vita, e sé stessa.
In questo caso il personaggio principale si trova sopraffatto da quanto gli accade, e non può nulla per opporsi agli ostacoli che lo circondano. Ne è preda, e ne è vittima senza possibilità di salvezza. Per lo meno ciò è quanto il lettore è indotto a credere.
Diventa quindi evidente che un racconto privo di ostacoli rischia di non funzionare. Lo scrittore deve quindi immaginare la propria vicenda come a una sorta di labirinto, con vicoli ciechi, trappole, e un solo percorso che possa condurre il suo 'eroe' al finale della storia.
Non si tratta di un videogame, e neppure di un gioco di ruolo, ma della costruzione di una storia che abbia i giusti equilibri. Per ottenere ciò è necessario fare riferimento alla vita normale, alle proprie esperienze maturate nel corso degl'anni, e anche alla fantasia, ovviamente.
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About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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